bruxismo – bruxism

Ricerca & Bruxismo

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Esperienza condivisa tra Bruxare.com e Prof. De Rivera, Universtià di Madrid presso congresso C..I.S.S.P.A.T.

L’importante intervento del Prof. De Rivera, Università di Madrid interviene al congresso del C.I.S.S.P.A.T. ( Centro Italiano Studio SviluppoPsicoterapie A Breve Termine ) in collaborazione con Bruxare.com Il trattamento del Bruxismo attraverso le Psicoterapie continua a trovare evidenze scientifiche e riscontri oggettivi nella direzione del benessere delle persone. Buona visione. Un ringraziamento a tutti i … Continua a leggere

Effetti della Psicoterapia Dinamica Intensiva Breve Esperienziale sul Bruxismo

Bruxismo e Psicoterapia Dinamica Intensiva Breve Esperienziale.

10537021_10206213843656431_6671304359677811971_nIl disturbo del bruxismo evidenzia una forte correlazione con l’ansia. Il gruppo di Ricerca del C.I.S.S.P.A.T. Centro Italiano Studio Sviluppo Psicoterapie A breve Termine, ha svolto una ricerca che evidenza la presenza di ansia nei pazienti con disturbo di Bruxismo. L’equipe ha rilevato che successivamente al trattamento psicoterapico, di poche sedute, il diminuire dell’ansia e unitamente alla diminuzione o cessazione del movimento involontario della mandibola notturno e diurno (bruxismo). Questa immagine rappresenta una parte dei risultati che verranno successivamente pubblicati; in maniera chiara si vede il pre e il post trattamento. Rimanendo a disposizione per ulteriori informazioni vi ricordiamo di rimanere collegati alla pagina.

Buona continuazione

Redazione bruxare.com

Interpretazione psicologica del “bruxismo”

Oggileonegiorno sempre più persone soffrono di bruxismo, un fenomeno conosciuto come quell’atto che può portare a digrignare i denti, specie di notte, in un modo talmente pronunciato da danneggiare la loro struttura e, nei casi più intensi, causare cefalee e dolori facciali atipici. Ormai in letteratura, è stata accertata la correlazione tra bruxismo e malessere psicologico di natura ansiogena. Proviamo dunque a dare un significato psicologico al bruxismo in modo da restituire maggiore chiarezza a chi ne soffre.  Come dicevamo, è un atto involontario che soprattutto la notte si manifesta, proprio durante il sonno, quel momento in cui le nostre difese appaiono più deboli e meno controllabili. Il sonno, infatti, è custode dei nostri più intimi segreti e delle nostre più temute preoccupazioni: dormendo riveliamo il nostro lato più autentico! 

Essendo i denti, la principale struttura coinvolta nell’atto di “bruxare”, bisogna coglierne e analizzarne il valore simbolico. Quest’ultimi, infatti, sono connessi al vissuto dell’aggressività: metaforicamente, il cane digrigna i denti per mostrare la propria pericolosità.

13853_krokodil_past_zuby_2295x1536_(www.GdeFon.ru)Quando si vuole raffigurare la violenza del coccodrillo o del leone, si ricorre ai denti aguzzi e affilati. Il morso, il serramento dei denti, esprime infatti l’atteggiamento aggressivo che ha l’animale, ma anche l’uomo. Simbolicamente dunque, digrignando i denti durante il sonno, non facciamo altro che comunicare un’aggressività, una tensione non vissuta durante il giorno, nel corso cioè del momento più cosciente dell’individuo, nel quale le difese sono ben salde al fine di proteggerci dalle nostre più presenti ma spesso inconsapevoli insicurezze e paure. Reprimere la propria aggressività durante il giorno, porta la persona a liberarsene inconsapevolmente durante la notte, momento in cui: cadono le difese e  vissuti ed emozioni, trovano la loro via di espressione nonché scarica. L’aggressività è una pulsione che fa parte della vita psicologica dell’individuo e deve essere vissuta ed incanalata in modo costruttivo e non distruttivo; se invece viene repressa  ed annullata si possono originare prima o poi esplosioni di rabbia esagerata oppure stili di vita basati su una esagerata e finta  compiacenza. Serrare e digrignare i denti come dicevamo, è piuttosto frequente ai nostri giorni ed è un fenomeno in tendente aumento, in quanto è relazionato allo stress quotidiano cui siamo sempre più sottoposti. Il fenomeno indica, infatti, uno stato di forte nervosismo e, specie di notte, appare un metodo per scaricare le tensioni e l’ansia accumulate durante il giorno.  Solitamente chi soffre di bruxismo, ricerca un aiuto dal proprio dentista che, grazie all’utilizzo di determinati apparecchi dentali, come ad esempio il bite, impedisce il danneggiamento dentale causato dall’accumulo di tensioni che trovano durante il sonno, una via di scarica dell’ansia. E’ giusto dunque rivolgersi in primis alla figura del dentista, per evitare complicanze e accertarne eventuali malformazioni, ma parallelamente sarebbe opportuno un aiuto psicologico che ci permetta di accettare la nostra aggressività riuscendo ad esprimerla e sublimarla nel modo più adatto per ognuno di noi:  semplicemente verbalizzandola e accentandola, disegnando, con la  musica, con lo sport, etc. Rivolgersi ad  uno psicoterapeuta, specializzato sul fenomeno, è una soluzione molto valida in quanto, attraverso il suo aiuto, il paziente prova a cogliere la radice del suo disturbo, e diventare consapevole delle cause che lo hanno portato a digrignare i denti, cercare di elaborarle e trovare, di conseguenza, altre modalità per canalizzare le proprie tensioni e vissuti emotivi.                                                                                                                                                                                                       

Katia Marino

Staff    “Bruxare.com”

Bruxismo: sempre più italiani vittime. Le cause nella mente.

Vi segnaliamo, questo importante articolo,pubblicato sul sito di sole 24ore,  a seguito dell’incontro tenutosi a Roma con Gianfranco Prada, presidente Andi (associazione nazionale dentisti italiani), in cui risuona il campanello d’allarme sul fenomeno del bruxismo in correlazione alla crisi economica. Sempre più chiaramente viene a delinearsi la connessione tra malessere psicologico e il serramento dei denti con relative conseguenze che questo comporta. 

bruxismo“Sempre più numerosi gli italiani che soffrono di bruxismo, un disturbo che può portare a digrignare i denti in un modo talmente pronunciato da danneggiare la loro struttura e, nei casi più intensi, causare cefalee. A svelarlo sono gli specialisti del settore odontoiatrico riunitisi a Roma in un incontro promosso dall’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), secondo cui le cause alla base del disturbo sono di natura puramente psicologica. Gianfranco Prada, presidente Andi, ha spiegato che “il disturbo riguarda ormai il 10% dei connazionali. Ma con la crisi i numeri sono destinati ad aumentare”.

nuovaborsa18Questo il profilo del tipico paziente che soffre di bruxismo: una persona formale e controllata che per i più svariati motivi non riesce ad esprimersi liberamente. Digrignare i denti aiuterebbe a scaricare, soprattutto di notte, lo stress e le tensioni della giornata. Per risolvere il problema basterebbe rivolgersi al proprio dentista, che consiglierà l’uso di un bite per proteggere i denti. “Il problema – ha sottolineato Prada – è che molti rimandano l’intervento a causa dell’eccessivo costo. Infatti non mancano persone che si affidano al fai da te e comprano appositi apparecchi nelle farmacie per risparmiare”.

di s.s. (15/02/2013)

Bruxismo: come riconoscerlo e come affrontarlo

bruxismo (1)fenomeno che riguarda l’8-9% della popolazione e può portare ad un rapido consumo dei denti: si chiama bruxismo e può essere corretto!
Articolo a cura di Dr. Daniele Tonlorenzi. Pubblicato il 10/01/2011,

 

 

 
Definizione di Bruxismo

Il significato nella lingua greca è letteralmente “rumor di denti”. In realtà anche il “serramento dentale” è secondo i più definito come bruxismo, quindi abbiamo:

Bruxismo “rumoroso” (digrignamento)
Bruxismo“silenzioso” (serramento)
Bruxismo misto
Si può classificare anche come:

Diurno (meno frequente);
Notturno (più frequente).
Il singolo episodio di bruxismo:

a) Dura in media 9 secondi.

b) E’ di solito accompagnato da aumento della frequenza cardiaca e costrizione dei vasi sottocutanei.

c) Se il soggetto è svegliato, non mostra, di solito, consapevolezza del fenomeno.

È considerato uno dei fattori principali dei disordini temporomandibolari o, come chiamati da S. Palla, “Mioartropatia del sistema masticatorio”, cioè il disturbo della masticazione che ha la sua origine nella muscolatura e/o nell’articolazione temporomandibolare.

Fattori di rischio
1. Malocclusione, anche se gli studi sul bruxismo hanno escluso la malocclusione come causa del bruxismo, una correlazione tra occlusione dentale (come chiudono i denti) e bruxismo è senza dubbio presente.

2. Disturbi del sonno, es. russamento.

3. Predisposizione familiare (genetica).

4. Depressione e ansietà.

5. La somministrazione di alcuni farmaci.

6. Ipertensione e disturbi del ritmo cardiaco, sono spesso associati e non è chiaro come queste due cose siano correlate.

Segni e sintomi
Nel caso di bruxismo “rumoroso” chi ci ascolta nel sonno è in grado di dire se dormendo, si produce “rumor di denti”. In questo caso si vede che i denti sono consumati (faccette di usura).

Nel caso di bruxismo “silenzioso” il soggetto si sveglia alla mattina con una sensazione di denti superiori e inferiori “che stringono” molto, i denti non sono consumati.

Quando rivolgersi al medico
Ci si rivolge al medico di solito per il dolore dell’articolazione temporomandibolare, per il fastidio o dolore alla masticazione, per la ridotta apertura della bocca, ecc. sintomi che hanno, come detto sopra, nel bruxismo una causa importante.

Epidemiologia (frequenza della malattia)
La maggior parte delle statistiche lo indica 8-9% della popolazione. È un disturbo del sonno detto parafunzione notturna o parasonnia. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18784854

Il bruxismo ha uguale incidenza tra maschi e femmine.

Cause
In passato la spiegazione avveniva attraverso la teoria occlusale, secondo la quale il digrignamento serviva per eliminare i precontatti tra i denti. Osservando con attenzione alcuni pazienti, intuitivamente questa spiegazione risulta difficile da accettare. Questi denti di precontatti oramai non ne hanno più e tuttavia il soggetto continua a bruxare.

Denti consumati

Inoltre:

1. Spesso il bruxismo notturno consiste solo nel serrare i denti (bruxismo “silenzioso”), non sufficiente per eliminare le interferenze.

2. Se con del materiale per ricostruzione dentale (composito) si creano dei precontatti, non si ha bruxismo;

3. Se è presente un precontatto, la sua eliminazione non elimina il bruxismo.

4. Il bruxismo si verifica anche senza interferenze occlusali e non è presente in soggetti con gravi interferenze.

Teoria centrale: la causa è nel sistema nervoso centrale (nuclei motori del trigemino) ed è acquisito per plasticità neurale (viene “imparato a memoria”). Le cellule addette al controllo del ritmo sarebbero situate in una porzione del cervello detta formazione reticolare mediale del tronco dell’encefalo. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15978723

L’equilibrio tra i nuclei trigeminali che “ordinano la partenza” a questi movimenti (nucleo motore trigeminale) e quelli che lo frenano sono regolati da mediatori delle cellule nervose, sui quali è possibile intervenire con terapia farmacologica. Con alcuni antidepressivi il bruxismo migliora, con altri peggiora.

Patologie correlate
Nello studio http://chestjournal.chestpubs.org/content/119/1/53.long ci si pone il quesito se il bruxismo notturno può:

a. modificare la qualità della vita del paziente;

b. essere associata a una serie di fattori di rischio;

c. essere collegato ad altri problemi di salute nella popolazione generale.

Le persone studiate sono state tante, 13057 soggetti di età di almeno 15 anni; con un campione rappresentativo del Regno Unito, 4.972 soggetti; della Germania, 4.115 e dell’Italia, 3.970 soggetti. Il risultato è stato che il bruxismo è più frequentemente associato a:

1. Sindrome da apnea ostruttiva del sonno;

2. Russamento importante,

3. Alterazioni del sonno (es. comportamenti violenti);

4. Soggetti con moderata sonnolenza diurna,

5. Bevitori di alcol,

6. Bevitori di caffeina,

7. Fumatori,

8. Soggetti molto stressati, con ansia e depressione;

9. Alterazioni elettroencefalografiche del complesso alfa.

10. Sensazione soggettiva di soffocamento

11. Apnee e risvegli notturni, sonnolenza diurna,

12. Mal di testa al risveglio;

13. Allucinazioni notturne spesso associate a paralisi.

Lo studio termina dicendo che i pazienti con bruxismo hanno consultato più frequentemente medici e odontoiatri.

Altri studi effettuati sul bruxismo sono davvero interessanti. Nel successivo ad esempio si nota che se si fanno stringere i denti (serramento) aumenta la pressione del sangue, sia nei soggetti con pressione sanguigna normale che in quelli ipertesi. Serrando i denti per 30 secondi l’aumento è di 3,2 mm di mercurio, se si serrano per un minuto l’aumento è di 5,5 mm di mercurio. In un gruppo di soggetti ipertesi serrando per un minuto la pressione aumentava di 4,6 mm. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/277577

In una prestigiosa rivista sul sonno, in un gruppo di soggetti con bruxismo si evidenziava http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9456463 :

• Dolore alla bocca e alla faccia e fisico;

• Alterazione di alcune onde dell’elettroencefalogramma nel 15% dei soggetti, che avvengono spesso durante i 10 secondi che precedono lo sviluppo di un episodio di bruxismo.

• Sintomi vegetativi (il 23% sudorazione, palpitazioni durante la notte del 62%, diminuzione della libido 50% );

• Il 19% aveva un aumento della pressione sanguigna che richiede il trattamento.

• Il 65% ha dichiarato frequenti mal di testa il mattino.

Digitando nei motori di ricerca “bruxism and cardiac disease” si trovano diversi articoli che ipotizzano correlazioni tra questa parasonnia (il bruxismo) e l’ipertensione, es.: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16911037

Bite e terapia
Ripetiamo che il bruxismo è molto spesso associato al dolore dell’articolazione temporomandibolare MA, pertanto nella costruzione dei bite i criteri di costruzione sono identici.

Una importante revisione degli studi sull’argomento afferma che:

• Sappiamo poco sul bruxismo e sulle mioartropatie del sistema masticatorio (MA);

• Terapie con bite diversi sono ugualmente efficaci; la maggioranza dei pazienti ottiene sollievo dei sintomi con una terapia non invasiva reversibile.

Consiglia pertanto di non fare, in caso di presenza di dolore, alcuna modifica permanente della masticazione, ortodonzia, molaggio selettivo (limare i denti per migliorare l’ingranaggio dentale), protesi ceramiche, chirurgia dell’articolazione temporomandibolare, ecc.

La terapia proposta è:

a. Bite;

b. Terapia medica multidisciplinare come quella utilizzata per il dolore in altri distretti muscolo-scheletrici (lombalgia, cervicalgia, gonalgia, ecc.) che coinvolga il paziente nella terapia.

Manovre di stretching del cavo orale usate da molto tempo, che mostrano buoni risultati, andrebbero eseguite più frequentemente.
Anche l’uso di farmaci diversi da caso a caso, usati per periodi limitati di tempo, può talvolta essere importante. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9151272

Molti studi pongono invece una maggiore attenzione all’altezza del bite. Uno studio autorevole dice, infatti, che un incremento della dimensione verticale non estremo ha ottime capacità di adattamento. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2066895

Un altro studio http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6580439 si pone la domanda se ci sono correlazioni tra l’altezza del bite e la risoluzione dei sintomi di bruxismo, dolore temporomandibolare e click.

A questo scopo sono stati studiati 75 pazienti divisi casualmente in tre gruppi secondo il rialzo effettuato con il bite dalla normale masticazione:

I. 1 mm;

II. 4,42 millimetri;

III. 8,15 millimetri.

Si è osservata una riduzione più veloce e completa dei sintomi clinici per i gruppi II e III che per il gruppo I. La conclusione è stata quindi che più alto è il bite e migliore è il risultato. Anche altri esperimenti affermano la superiorità dell’approccio con bite alto e non esistono studi che affermino il contrario.

Riassumendo
• Esistono molte tecniche di confezionamento del bite dentale ma nessuna è stata scientificamente dimostrata superiore all’altra;

• Più alto è il bite (senza arrivare a situazioni estreme) maggiore e più precoce è il risultato nella terapia del dolore temporomandibolare, del click e del bruxismo.

Anche nella mia esperienza personale l’uso di bite più alti da risultati migliori, come indicato da prove sperimentali (tra cui quelle citate); va detto che è più difficile da eseguire e vanno sempre eseguiti aggiustamenti del bite da parte dello gnatologo.

Dopo il bite…
Curati eventuali traumi e il frequente bruxismo, possono permanere le condizioni che hanno indotto i disturbi:

a. Edentulia (mancanza di denti) parziale o totale;

b. Errato contatto dentale, ecc.

Quando non è più presente dolore, si consiglia di dare un corretto rapporto dentale con ortodonzia, ripristino dei denti mancanti, ecc.

Fonte http://www.medicitalia.it/

Videogames causa serramento e bruxismo nei giovani. Sparatutto e giochi di competizione rovinano lo smalto ai nostri figli.

2010-12-virtual-violence_tcm7-103139La Smithkline Glaxo, pubblica in dentalweb, un analisi di oltre 700 Cyber atleti provenienti da 70 paesi per i mondiali dedicati ai videogames in cui analizzano che molti partecipanti abbiano involontariamente cominciato a digrignare i denti, a far scorrere le superfici occlusali delle due arcate una contro l’altra, oppure a serrare con forza le mascelle. Questo comportamento è chiamato bruxismo e non è certo esente da conseguenze negative per la dentatura.

 “I principali fattori di rischio per il bruxismo sono psicologici: ansia, stress o tensione, necessità di trattenere la rabbia o la frustrazione, sono tutti elementi che possono scatenare questo “lavoro” di mascelle ; elementi che si ripropongono anche nelle situazioni in cui è richiesta grande attenzione e concentrazione, cioè quando si produce una tensione che non è possibile scaricare alzandosi e facendo qualche passo. Esattamente quello che avviene quando si è impegnati in uno sparatutto o in un simulatore di MotoGP”.

 Sono concordi con gli Specialisti della Mayo Clinic di Rochester ( Stani Uniti) che questo tipo di comportamento è correlato ad un fattore psicologico.

 Consiglio per i genitori: controllare la dentatura dei nostri figli quando sono presi dal gioco per poter intervenire, capire e prevenire visto la prolungata durata delle partite.

 Pare infatti che il disturbo sia più frequente tra coloro che hanno un carattere aggressivo, competitivo: ancora una volta un caratteristiche molto frequenti tra chi si dedica al gioco, allo sport agonistico.

Per contrastare il bruxismo, in particolare tra i più giovani, si deve spesso ricorrere ai cosiddetti bite, quella specie di paradenti che ormai molti atleti professionisti, dagli sciatori ai piloti come Valentino Rossi, indossano durante le competizioni.

Per contrastare il bruxismo, in particolare tra i più giovani, si deve spesso ricorrere ai cosiddetti bite, quella specie di paradenti che ormai molti atleti professionisti, dagli sciatori ai piloti come Valentino Rossi, indossano durante le competizioni.

Cosa aggiungere ?! stress ansia logorano i nostri denti !

A presto

Dott. Alessandro Bargnani

 Psicologo Psicoterapeuta

 

 

Sport, prestazione e Bruxismo diurno. Anche Valentino Rossi col bite.

valentino bite

L’utilizzo del Bite in ambito sportivo prestazionale è ormai diventata una buona pratica; la protezione non viene più solo utilizzata come prevenzione per traumi ai denti ma da un lato previene l’usura dei denti da serramento o digrignamento ( Bruxismo diurno) e dall’altro per migliorare le performace.

Bite specifici sono stati realizzati al fine di riequilibrare la postura, eliminando le forze dentali, facendo sì che tutti i muscoli del corpo lavorino in modo equilibrato e sinergico e cooperino fra loro per rendere efficiente la prestazione. L’ansia e stress creano disequilibrio.

Quando i denti sono in posizione di riposo fisiologico, i muscoli del core (collo, testa, torace e addome) sono rilassati, consentendo a tutti gli altri muscoli di funzionare ad un livello superiore (aumentando la prestazione e diminuendone l’affaticamento).

 

Studi Nazionali e Internazionali hanno dimostrato che gli atleti una volta dotati di BITE o PLACCHE a protezione della bocca mostrano migliorato l’equilibrio, la rotazione, la forza e la resistenza globale. (http://www.dentisti-italia.it/dentista/gnatologia/808_dossier-gnatologia-sportiva.html )

– Aumento del 12 % della velocità;

– 25% in meno di produzione di acido lattico;

– Aumento forza;

– Aumento resistenza;

– Target per tutte le attività sportive;

Il risultato della postura è nasce dalla testa , dai muscoli della masticazione e del collo che lavorano tra loro e interagiscono direttamente con la muscolatura delle spalle.
Questo spiega come una possibile un’interferenza dell’occlusione dentale sia in grado di compromettere la postura determinando disequilibrio muscolare e minor performance.

Per eliminare tali interferenze vengono elaborati e usati dei bite, che bilanciano l’occlusione, riequilibrano la postura, ripristinano la coordinazione motoria migliorando l’efficienza e il rendimento.Le-notizie-scientifiche-piu-curiose-del-2012_h_partb

Il Bite, non il paradenti, lavora sulla bocca, ma soprattutto i denti determinano un ruolo fondamentale sul sistema neuro-muscolare. In molti sport la valutazione di una corretta occlusione (chiusura dei denti) è condizione essenziale per valutare eventuali vizi, che possono influenzare la performance sportiva.

Il Bite spesso confuso come un paradenti, è in grado di creare un cuscinetto tra le due arcate dentali eliminando i vizi e riequilibrando il sistema neuro-muscolare. Tra i benefici maggiormente riscontrabili da coloro che utilizzano regolarmente un Bite durante le sedute di allenamento o durante la pratica sportiva troviamo: riduzione degli infortuni, maggiore resistenza, incremento della forza, migliore respirazione, migliore equilibrio posturale. (http://www.drbrux.com/it/brux/prodotti/power/index# )

Queste buone pratiche, ricerche fatte in ambito sportivo/professionale sono una fotografia sullo stato dell’arte dell’uomo / atleta sotto stress.

Da ricordare per tutti: sport o stress fanno macinare i nostri denti portando a un movimento dentale non finalizzato; se avete percezione di un dolore costante e di contrazione contattate i professionisti ( Dentisti, Psicoterapeuti specializzati, fisioterapisti) che vi possano aiutare ad un riequilibrio a 360 gradi.

Alessandro Bargnani

Il bruxismo è una via di scarica dell’ansia.Nei fumatori si è riscontrato il bruxismo con una frequenza cinque volte maggiore rispetto ai non fumatori.

smoking_1623447cIl bruxismo è una via di scarica dell’ansia.Nei fumatori si è riscontrato il bruxismo con una frequenza cinque volte maggiore rispetto ai non fumatori.

Le neuroscienze ci spiegano che ad una situazione di stress o di una prolungata esposizione ad un evento traumatico il nostro cervello rilascia più neurotrasmettitori tra cui la dopamina.

Secondo il direttore del gruppo di ricerca della UPV / EHU Francisco Gómez, il rilascio di dopamina è coinvolto nella regolazione delle emozioni attivate in situazioni di disagio e di ansia, oltre ad essere implicato nello sviluppo di comportamenti orali ripetitivi (serrare o digringare i denti, masticare gomme o mangiarsi le unghie, ecc)

761419485Lo studio conferma che vi è una significativa associazione tra il rilascio di dopamina nel cervello frontale e il bruxismo (digrignamento dei denti) in una situazione stressante in atto. Negli esperimenti del Prof F. Gomez nei ratti stressati c’è la correlazione tra attività masticatoria non funzionale e dopamina centrale.

La ricerca condotta dal Departamento de EstomatologíaFrancisco Gómez y del Departamento de Farmacología Jorge Ortega , Igor Horrillo y Javier Meana de la Facultad de Medicina y Odontología de la UPV/EHU riporta che il bruxismo diurno può essere benefico per il corpo “come un modo di scarica tensione emotiva e stress”.

Da ricercatori e clinici questo tipo di ricerca ci porta ad un bivio interpretativo ovvero il bruxismo diurno è un sistema più meno consapevole allo stress ma è anche una azione che logora e crea disturbi nella popolazione.

Si potrebbe aggiunger che se l’attività di serramento/digrignamento è circoscritta a pochi momenti nell’anno e della vita non si pone il problema ma se questo tipo di attività diventa cronica e/o un abitudinaria vi è un chiaro sottostante malessere (ansia stress) nella persona.

In questo secondo caso è coinvolta è il 20 % della popolazione mondiale e i dati sono in aumento.

Nei fumatori si è riscontrato bruxismo con una frequenza cinque volte maggiore rispetto ai non fumatori (probabilmente perché la nicotina stimola l’attività centrale dopaminergica), così come nei tossicodipendenti ed in chi consuma eccesive quantità di alcool e caffeina. Questi dati ci portono a riflettere e a sottolinerare l’interazione ansia bruxismo.

Alessandro Bargnani

Digrignare i denti (bruxare bruxismo)

Il bruxismo è un termine medico che descrive l’atto di rettifica denti e stringendo la mascella. A volte, le persone digrignano i denti senza provocare alcun sintomo o problema. Tuttavia, denti regolari e persistenti rettifica può causare dolore e disagio nella mascella e può logorare i denti. Digrignare i denti possono causare anche mal di testa  emal d’orecchi . … Continua a leggere

BRUXISMO E ALTRI POSSIBILI SINTOMI DI STRESS IN BAMBINI O GIOVANI DOWN E NON-DOWN, AUTISTICI O CON ALTRI DISTURBI GENERALIZZATI DELLO SVILUPPO di Renato COCCHI e Achille LAMMA  
Riassunto

Due gruppi di soggeku-xlargetti autistici o con altri Disturbi Generalizzati dello Sviluppo (Gruppo 1: 13 F + 20 M, tutti con sindrome di Down; Eta’ media alla 1a visita 89.91 +/- 40.14 mesi; Gruppo 2: 18 F + 39 M; eta’ media alla 1a visita: 108.25 +/- 59.60 mesi) sono stati indagati per la prevalenza di compresenza di facilita’ alle malattie infettive respiratorie, stitichezza spastica e/o diarrea, e bruxismo come reazioni ad uno stress di origine endogena. A conferma dell’ipotesi, i soggetti Down, che hanno due fattori di stress interno (l’autismo o altri Disturbi Generalizzati dello sviluppo e la alterazione cromosomica) hanno mostrato significativamente (.002) una maggiore compresenza di questi sintomi, rispetto ai soggetti non-Down. Si conferma che la quantita’ di stress puo’ essere una variabile in grado di determinare reazioni multiple di stress.

Parole chiave: sindrome di Down, autismo,psicosi infantili,stress.bruxismo, sintomi-

Testo in inglese

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La relazione tra bruxismo e stress nei soggetti con autismo o altro Disturbo Generalizzato dello Sviluppo (DGS), Down o non-Down ha mostrato una prevalenza significativamente maggiore nel gruppo dei Down, in quanto sottoposti ad uno stress endogeno piu’ marcato (autismo o DGS e trisomia 21) a fronte dello stress endogeno dovuto al solo autismo o DGS dei soggetti non-Down (Cocchi e Lamma, 1999).

Abbiamo considerato in altre nostre ricerche sia la facilita’ alle malattie infettive respiratorie (MIR) che la presenza di alvo stitico spastico e/o facilmente diarroico come sintomi di stress (Cocchi 1998; Cocchi 1996 e 1997). Ci e’ sembrato pertanto che questi due fossero dei sintomi interessanti da appaiare al bruxismo. Cio’ per cominciare ad avere un quadro clinico piu’ completo delle possibili reazioni di stress, in funzione della quantita’ dello stress stesso.

Per quanto riguarda il bruxismo nei bambini Down, nel 1988 abbiamo posto l’accento lo stress, come momento casuale, sulla scorta di una terapia ex-juvantibus condotta con farmaci. Si deve anche ricordare che lo stress psicologico e’ solo un tipo di stress, e non necessariamente il piu’ importante.

Lo scopo di questa ricerca, che utilizza gli stessi due campioni di soggetti della ricerca precedente (Cocchi e Lamma 1999) e’ quello di vedere se c’e’ una qualche diversita’ nella prevalenza contemporanea di facilita’ MIR, stitichezza spastica e/o facilita’ alla diarrea, e bruxismo, in funzione della quantita’ di stress interno indotto dalla malattia. In altri termini partendo dal presupposto che due malattie costituiscano per l’organismo una quantita’ maggiore di stress che una sola, ci si aspetta di trovare una maggiore compresenza dei tre sintomi nei soggetti Down con autismo o altro DGS che nei soggetti autistici o con DGS, senza sindrome di Down o altra malattia genetica.

Questo perche’ i secondi hanno solo una malattia (l’autismo o il DGS) mentre ce ne sono due (autismo o DGS + trisomia 21) nel nostro gruppo di soggetti Down.

Materiali e metodi

Sono state riesaminate le cartelle cliniche di tutti gli autistici o altri DGS di bambini e giovani visti da uno di noi a partire dal 1980. Da queste cartelle sono stati raccolti sesso, eta’ alla 1a visita, diagnosi cromosomica o genetica, tipo di psicosi infantile secondo il DSM-IV, presenza di facilita’ alle MIR, di stitichezza spastica e/o facilita’ alla diarrea, e bruxismo. E’ stata fatta analisi statistica con il test del Chi Quadrato, quando era possibile.

Risultati

Tutti i soggetti Down autistici o con altri DGS, si confacevano ai criteri prestabiliti per questa indagine e sono andati a formare il Gruppo 1 (33 Ss).

Tra i soggetti non-Down, autistici o con DGS tre erano affetti da Sclerosi Tuberosa di Bourneville, mentre altre due avevano la sindrome di Rett. Dato che questi 5 avevano una seconda malattia, essi non si conformavano ai criteri prestabiliti, essendo piu’ simili ai soggetti Down con autismo o altro DGS. Per tale ragione li abbiamo scartati dal gruppo 2 (57.Ss)

Tavola 1 : Bruxismo in bambini autisti o con altro DGS, con o senza sindrome di Down. Dati epidemiologici.

Ss Down Ss non-Down
No. di Ss 33 (100.00%) 57 (100.00%)
F 13 ( 39.40%) 18 ( 31.58%)
M 20 ( 60.60%) 39 ( 68.42%)
M/F 153.85 216.67
Eta’ alla 1a visita (in mesi) 89.91 +/- 40.14 108.25 +/- 59.60
Ambito di eta’ 15-160 25-351

Come si puo’ vedere ci sono modeste differenze sia per il rapporto M/F che per l’eta’ alla prima visita, ma crediamo che questo non vada ad inficiare questa indagine. I soggetti del Gruppo 2 sono arrivati alla 1a visita anche gia’ da giovani adulti, perche’ i genitori speravano di trovare un qualche aiuto per dei disturbi correnti, specie per i disturbi del sonno e per l’auto-aggressivita’.

Tavola 2: Gruppo 1 (Soggetti con sindrome di Down):

Diagnosi cromosomiche.

Diagnosi No. di Ss %
Trisomia 21 libera 31 93.94
Mosaicismi 1 3.03
Sconosciuta 1 3.03

L’assenza di soggetti Down con traslocazione e’ probabilmente dovuta alla ridotta numerosita’ del campione. Le altre due diagnosi cromosomiche si situano negli ambiti internazionali.

Tavola 3: Diagnosi (autismo o altro DGS) secondo il DSM-IV

Ss Down Ss non-Down
No. di Ss % No di Ss %
Autismo 30 90.91 53 92.98
Altri DGS 3 9.09 4 7.02

Questi due campioni non sono diversi per la diagnosi secondo il DSM-IV

Tavola 4: Prevalenza delle MIR, della stitichezza spastica e/o diarrea e del bruxismo nei due campioni di soggetti autistici o con altro DGS, Down e non-Down

Ss Down

Ss non-Down

Presente Assente Presente Assente
No. Ss % No. Ss % No. Ss % No. Ss %
Facilita’ MIR 23 69.69 10 30.31 17 29.82 40 70.18

Chi Quadrato = 11.891 con 1 gl e p .0009

Stitic. spastica /diarr. 19 57.57 14 32.33 24 42.11 33 57.89

Chi Quadrato = 1.433 con 1 gl e p .231 NS

Bruxismo 20 60.61 13 39.39 25 43.85 32 55.15

Chi Quadrato = 1.722 con 1 gl e p .189 NS (*)

(*) a differenza della ricerca precedente (Cocchi e Lamma, 1999), qui le prevalenza e’ stata riassunta in maniera dicotomica (presente-assente), quindi si e’ persa la significativita’ statistica.

Gia’ in questa tabella, in cui i risultati sono stati molto semplificati, esiste una differenza significativa per la facilita’ MIR piu’ frequente nei soggetti Down.

Tabella 5: Compresenze dei vari sintomi nei due gruppi di soggetti Down e non-Down

Ss Down

Ss non-Down

Presente Presente
Codificazione No. Ss % No. Ss %
0-0-0 2 6.06 13 22.81
0-1-0 1 3.03 11 19.31
0-0-1 2 6.06 9 15.78
1-0-0 4 12.12 6 10.52
0-1-1 5 15.15 7 12.28
1-1-0 6 18.18 2 3.51
1-0-1 6 18.18 5 8.77
1-1-1 7 21.23 4 7.02
Totali 33 100.00 57 100.00

Chi Quadrato = 22.846 con 7 gl e p .002

La distribuzione della codificazione a 3 sintomi e’ statisticamente differente nei due campioni, con una maggiore compresenza di due o piu’ sintomi nel gruppo dei Down.

Grafico 1: andamento della compresenza dei tre sintomi nei due campioni.

Il grafico 1 mostra un andamento praticamente inverso per quanto riguarda la compresenza dei tre sintomi indagati. La loro assenza e’ minima per i soggetti Down e massima per quelli non-Down. Al contrario la loro presenza e’ massima per i soggetti Down e minima per quelli non-Down.

 

Discussione

Non e’ la prima volta che ci serviamo del confronto tra Ss Down o non-Down autistici o con altri DGS (Cocchi, 1988; Cocchi e Bonaduce 1988a, 1988b; Cocchi 1990, 1991a, 1991b, 1991c; 1991d; Cocchi, 1997; Cocchi e Lamma 1999).

Per l’epidemiologia i soggetti Down autistici o con altri DGS hanno mostrato una prevalenza aumentata per la prematurita’, il basso peso alla nascita e lo strabismo. I soggetti non-Down autistici o con altri DGS hanno avuto un aumento di prevalenza delle anomalie EEG. L’ansia improvvisa, la necessita’ della costanza ambientale, l’ipersensibilita’, i rituali e l’aggressivita’ erano piu’ frequenti nei soggetti non-Down (Cocchi, 1988) I soggetti non-Down autistici o con altri DGS sono stati trovati meno suscettibili alle infezioni respiratorie in confronto con soggetti simili Down (Cocchi e Bonaduce, 1988a). L’auto-aggressivita’ ha una prevalenza maggiore nei soggetti non-Down autistici o con altri DGS a confronto con soggetti Down simili, ma la differenza non ha raggiunto la significativita’ (Cocchi e Bonaduce 1988b).

La presenza di bruxismo e’ stata trovata significativamente maggiore nei Down autistici o con altro DGS (Cocchi e Lamma, 1999).

Anche nella presente indagine non riteniamo che la differenza nel rapporto M/F e nell’eta’ media alla prima visita possa determinare un errore capace di influenzare i risultati. D’altra parte i nostri due gruppi sono molto simili nella distribuzione delle diagnosi di autismo o altri DGS.

Dal gruppo dei non-Down) abbiamo scartato 5 soggetti perche’ ognuno di loro aveva un altro fattore di stress interno, e per l’esattezza 3 erano affetti anche da Sclerosi Tuberosa e 2 da sindrome di Rett. In queste 5 persone avremmo potuto trovare una condizione di stress piu’ vicina a quella dei soggetti Down, che a quella del gruppo scelto per il confronto.

I sintomi “Facilita’ alle MIR” e “Stitichezza spastica e/o facilita’ alla diarrea” sono stati scelti come sintomi di stress in base a nostre ricerche precedenti (Cocchi, 1998; Cocchi 1996;1997a, 1997b). Sulla “facilita’ alle MIR” come sintomo di stress esiste una letteratura ormai concorde e da noi di recente riportata.

La stitichezza spastica, con feci caprine e/o diarrea e’ stata considerata in sintomo da eccesso di stimolazione vagale intestinale susseguente a stress. Esistono evidenze che lo stress non solo puo’ indurre sintomi vagali di questo tipo, ma puo’ dar luogo ad un aumento periferico di acetilcolina (Hata et al., 1986; Kita et al., 1986).

Come si era ipotizzato, i soggetti non-Down hanno mostrato meno compresenza di facilita’ alle MIR, stitichezza spastica e o diarrea, e bruxismo a confronto dei Down, riconfermando, per questa via, che la quantita’ di stress e’ una variabile da tenere in conto, quando un fattore di stress interno e’ di natura genetica, come avviene nella sindrome di Down.

Il perche’ l’espressivita’ di questi sintomi di stress abbia diversa prevalenza, con una differenza significativa per quanto riguarda la facilita’ alla MIR, e non significativa per la presenza di stitichezza spastica e/o diarrea, e per il bruxismo e’ un dato del quale non si puo’ azzardare, per ora, alcuna interpretazione.

Conclusione

Lo scopo di questa ricerca era di trovare differenze nella compresenza facilita’ alle malattie infettive respiratorie, stitichezza spastica e/o diarrea e bruxismo secondo l’ammontare dello stress interno prodotto da malattia. Ci si aspettava una maggiore compresenza di questi tre sintomi in soggetti Down autistici o con altro DGS che non in persone non-Down con autismo o altro DGS.

Questo e’ proprio quel che abbiamo trovato con riferimento ai nostri due campioni. Ancora una volta il risultato pone diversi interrogativi, per i quali, al momento non abbiamo risposte.

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Cocchi R. Childhood psychoses: Result of drug treatment on language development in Down and non-Down subjects. It. J. Intellect. Impair. 1991d, 4: 167-174.

Cocchi R., Bonaduce D.: Suscettibilita’ alle malattie infettive respiratorie in bambini psicotici Down e non-Down. Riv. It. Disturbo Intellet. 1988a, 1: 173-178.

Cocchi R., Bonaduce D.: L’autoaggressivita’ nel bambino psicotico. Riv. It. Disturbo Intellet. 1988b, 1: 185-192..

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Cocchi R: Toilet habits in drug treated Downs; A survey on 209 subjects It. J. Intellect. Impair. 1996, 10:13-17..

Cocchi R: Toilet habits in autistic and other PDD children with or without Down’s syndrome It. J. Intellect. Impair. 1997, 10:133-138-

Cocchi R.: Drug therapy of stress on upper respiratory tract infections easiness in Downs: Survey on one-year and two-years results. It- J. Intelletct. Impair. 1998, 11: 161-171.

Cocchi R.: Antidepressant and immuno modulatory activity of l-glutamine. It. J. Intellect. Impair. 1999, 12: 23-.

Cocchi R. Lamma C:.:Iinternal stress and bruxism: an investigation on children and young adults with or without down’s syndrome,with autism or other pervasive developmental disorders. It. J. Intellect. Impair. 1999, 12: 12-16.

Hata T., Kita T. et al.: Total Ach content, and activities of choline acetyltransferase and acetylcholinesterase in brain and duodenum of SART-stressed (repeated cold-stressed) rat. Japan. Journal of Pharmacology 1986, 41: 475-485.

Kita T., Hata T. et al.: Changes of total acetylcholine and the activity of related enzymes in SART-(repeated cold)-stressed rat brain and duodenum. Japan. Journal of Pharmacology 1986, 40: 174-177

Lamma A., Cocchi R.: Drug therapy of bruxism in Down children. It. J. Intellect. Impair. 1988, 1: 19-24.

 

Presentato in inglese al 3rd World Congress on Stress, Dublin 24-27 September 2000.

Corrispondenza: dr. Renato COCCHI, via Rabbeno, 3
42100 Reggio Emilia

renatococchi@libero.it

http://www.stress-cocchi.net/Down2-it.htmTesto in inglese

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